IL TARTUFO BIANCO

tartufo bianco
Tartufo bianco (Tuber Magnatum Pico)

Il “Tuber magnatum pico” è il leader indiscusso delle produzioni di eccellenza del territorio molisano. La sua raccolta può partire intorno al mese di settembre per terminare in inverno, per lo più nel mese dicembre.

Profumatissimo, carnoso, molto saporito, trova un vasto impiego in cucina. Dai primi piatti, alle seconde portate, agli antipasti, come bruschette, alle salse di accompagnamento.

Ideale è consumato fresco, senza alcun tipo di cottura. In quel modo si esalta ed è in grado di raccontare al palato le sfumature di un territorio sano, incontaminato e genuino. Il tartufo, soprattutto quello bianco, non esiste in zone che presentano un tasso, seppur minimo, di inquinamento. È, quindi, anche una spia della salubrità dell’ambiente.

Un tartufo italiano, dal peso di 1,89 chili, è stato venduto all’asta nel dicembre del 2014 a 61.250 dollari (quasi 50.000 euro). Quattro anni prima un altro tartufo bianco, grande la metà, fu battuto dalla casa d’aste Sotheby’s per 417.200 dollari (339.000 euro).

IL TARTUFO NERO

tartufo nero
Tartufo nero estivo “scorzone” (Tuber aestivum)
uncinato
Tartufo “uncinato” (Tuber Uncinrum)

Sicuramente meno diffuso e meno pregiato del “collega” bianco, ha però una maggiore durata del periodo di raccolta, che inizia prima dell’estate e arriva fino all’inverno inoltrato. Il tartufo nero si presta a moltissimi utilizzi in cucina, sia da fresco che da conservato ad esempio sott’olio oppure con creme a base di burro. Nel territorio molisano è presente in abbondanza sia il tartufo nero estivo, lo “scorzone”, sia il più pregiato tartufo “uncinato”.

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