Armatevi di filo e tanta pazienza. Sì, perché la polenta tipica dell’alto Molise richiede una preparazione lunga e faticosa. Poi, una volta cotta, va lasciata in pace a riposare sotto un lenzuolo. Ha la forma di una pagnotta di pane che al risveglio va tratta con molta cura: bisogna prendere uno spago e dalla parte inferiore si tira su fino a ottenere una sezione verticale.

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Farina e patate, poste a bollire sul fondo del pentolaccio (ideale se di rame e su un fuoco a legna), che creano una pasta solida, appunto da tagliare con il filo. Abbastanza incisivo da affettare, ma altrettanto gentile da rispettarne la consistenza. Sui condimenti che dire: praticamente tutto. Da sughi di carne al baccalà, da soffritti a una spolverata di “cacio”. Cibo povero, arrivato a noi direttamente dai campi che i nostri nonni lavoravano. Per la sua capacità di conservazione “ru muocc v’llut” costituiva, infatti, il pasto principale della vita contadina.

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